Norme diocesane per i restauri

Procedura per il restauro degli organi

nella Diocesi di Cremona

 

 

1. La parrocchia contatta l’Ufficio Beni Culturali o l’Ufficio per il Culto Divino i quali inviano in loco il consulente diocesano per un sopralluogo;

2. effettuato il sopralluogo, il consulente diocesano invia alla parrocchia una relazione preliminare (DPP = Documento Preliminare di Programmazione) sullo stato attuale di conservazione e sulle linee di intervento;

3. sulla base di questa relazione, la parrocchia invita tre organari a presentare un progetto-preventivo;

4. i tre progetti pervenuti vanno inoltrati all’Ufficio Beni Culturali per una valutazione tecnica;

5. tra i progetti che hanno ottenuto parere positivo, la parrocchia ne sceglie uno cui affidare l’intervento;

6. tramite l’Ufficio Beni Culturali, il progetto scelto viene inviato alla Direzione Regionale di Milano per l’ottenimento del Nullaosta, congiuntamente alla domanda “a preventivo” del contributo dello Stato;

NB: fino a questo punto, cioè ottenuto il Nullaosta della Direzione Regionale e la promessa di contributo statale, la parrocchia non è vincolata a procedere, cioè può fermare l’iter e abbandonare il progetto.

7. ottenuto il Nullaosta della Direzione Regionale di Milano, l’Ufficio Amministrativo della Curia inoltra alla Conferenza Episcopale Italiana la domanda per il contributo della Chiesa (fondi dell’8 per mille), pari al 30% del totale (IVA esclusa). Questa somma verrà erogata per metà allo smontaggio dell’organo, l’altra metà al rimontaggio;

8. avuta risposta positiva dalla CEI, l’organo può essere smontato per essere restaurato:  lo smontaggio va segnalato all’Ufficio Amministrativo della Curia, per poter chiedere alla CEI (come detto al 6.) la prima parte del contributo (15%);

9. terminato il restauro, la Curia segnala alla CEI la conclusione dei lavori per l’erogazione della seconda parte del contributo (altro 15%);

10. l’Ufficio Beni Culturali inoltra la domanda “a consuntivo” alla Direzione Regionale per l’ottenimento del contributo statale che, di solito, si aggira attorno al 20-25% del totale (IVA esclusa): il contributo statale è erogato dopo 2-3 anni dalla conclusione del restauro.